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L’Impatto Emotivo dell’Assistenza agli Anziani sui Caregiver

I Caregiver hanno un ruolo fondamentale nell’assistenza anziani e a loro si deve la maggior parte del lavoro emotivo nell’assistenzialismo ai cari degenti che hanno la necessità di essere seguiti in maniera continuativa sia durante il giorno che durante la notte.

Un caregiver di norma è una persona molto vicina ad un anziano degente e fornisce lui assistenza domiciliare continuativa contornata dal rispetto e dall’amore che provano nei confronti del proprio caro: solitamente si tratta del compagno di vita, di un figlio, di un fratello oppure di un nipote, fatto sta che, sebbene non sia facile per un anziano affrontare delle malattie -specialmente se degenerative a livello fisico e cerebrale- non è altrettanto semplice per un parente riuscire ad assisterlo in maniera continuativa.

Spesso, infatti, i caregiver riscontrano delle difficoltà psicologiche molto gravi le quali si rivelano essere la diretta conseguenza del tentativo di aiutare a livello fisico, psicologico ed emotivo un parente che potrebbe soffrire di malattie difficili da gestire quali parkinson, alzheimer, demenza senile e molte altre.

Come Capire se un Caregiver ha Bisogno di Aiuto

Non è infrequente: è probabile che nel corso dell’attività di sostegno a un parente malato anche un caregiver possa, di fatto riscontrare delle problematiche di gestione non solo degli impegni quotidiani – i quali devono essere incentrati per forza di cose nella salute del parente- ma anche del controllo delle emozioni. Sta di fatto che un caregiver, nel tempo, possa manifestare una sintomatologia psicologica alterata anche senza rendersene conto a causa dello stress continuo a cui si sottopone: si parla frequentemente infatti di indolenza, stanchezza, sensazione di fatica, solitudine, fatica a sentirsi compresi e, nel peggiore dei casi, si potrebbe registrare un crollo emotivo non prevedibile e di enorme intensità, oggi conosciuto in gergo comune come burnout. I caregiver dunque si sottopongono, nel corso del tempo, ad un sollecito continuo che, se protratto oltre le proprie possibilità e senza dei momenti di pausa, potrebbe far degenerare la sua salute.

Caregiver e Crollo Psicologico: Strategie di Cura

Se si riscontra nel caregiver una sintomatologia di crollo psicologico, è sicuramente il segnale per fare qualcosa di diverso. In primo luogo, è necessario rivolgersi a compagnie terze di assistenza che forniscano un ausilio sociale ai malati che necessitano di cure specialistiche come Nessuno è Solo le quali possano intercedere per trovare una collocazione nell’ambito dell’assistenza ospedaliera del soggetto: in questo modo, il caregiver avrebbe la possibilità di avere più tempo per pensare a sé stesso e non sentire il peso della responsabilità del benessere di qualcun altro sulle proprie spalle.

Ripartire grazie a delle sedute da uno psicologo specialista, o impostare una nuova routine più egocentrata e focalizzata verso la propria salute, potrebbe aiutare il caregiver a recuperare le proprie funzionalità psicologiche e per ripristinare la lucidità necessaria per commisurarsi nuovamente con le sfide assistenziali.

Facendosi forte di questa esperienza, trovare comunque una seconda persona che possa dargli ausilio è fondamentale, per fare in modo che possa avere sempre la possibilità di dedicarsi alla propria salute psicologica usufruendo di un tempo libero salvifico che potrebbe aiutarlo a rinnovare, quotidianamente, il proprio equilibrio percettivo ed emotivo.

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