Come gestire i sintomi del Parkinson in un anziano
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Il Parkinson, morbo che prende il nome dal medico che per primo lo descrisse nel 1817, colpisce il 3 per mille della popolazione; nelle persone sopra i 65 anni di età, l’incidenza è pari all’1 per cento. Sebbene negli ultimi anni sia stato dimostrato che questa malattia non è solo legata all’età avanzata, quando comprare in un anziano i sintomi della malattia sono spesso peggiorati dalla presenza di altre patologie, e da una progressiva perdita di autosufficienza; condizione, questa, che il Parkinson aggrava rapidamente.
A oggi non c’è ancora una cura per il Parkinson; si può solo cercare di individuarne l’insorgenza in prima possibile per cercare di rallentarne la progressione, e arginarne i sintomi. Nei soggetti anziani però questa gestione diventa ancora più complicata, e spesso una delle prime cose da fare è ricorrere all’assistenza domiciliare , chiamando una o più badanti esperti che possano assicurare una presenza h 24.
Difficoltà nei movimenti
Il sintomo più riconoscibile e anche più conosciuto del Parkinson è il tremore involontario dei muscoli, spesso associato a una rigidità degli arti. Questo evidentemente porta la persona affetta dalla malattia ad avere una ridotta mobilità sia nelle azioni che negli spostamenti. Per chi è malato di Parkinson uscire da solo è assolutamente sconsigliato, per l’alto rischio di cadute. Un rischio che c’è anche in casa; e per questo è necessario avere accanto stabilmente qualcuno che possa intervenire in ogni emergenza.
Ma anche di qualcuno chi si occupi delle azioni quotidiane. Con il progresso della malattia alzarsi dal letto, vestirsi, lavarsi, spesso anche mangiare diventano sempre più difficoltose. Oltre la movimento in sé di portare la posata al bocca, potrebbero insorgere difficoltà di deglutizione, particolarmente pericolose se non c’è qualcuno che sappia come reagire. Così diventa indispensabile ricorrere all’assistenza domiciliare. Per chi vive da solo certo, ma anche per quegli anziani che vivono con il coniuge; anche questi sarà avanti con l’età, e non avrà né la forza né le competenze per prendersi cura di una persona che convive con una patologia così complessa.
L’aspetto psicologico
Sebbene i sintomi fisici siano i più noti, il Parkinson si presenta anche con una serie di disturbi legati alla sfera psicologica ed emotiva della persona. Anzi talvolta sono proprio questi i segnali che mettono in allarme i parenti: si accorgono che il loro caro sta cambiando nell’umore e nel comportamento, e questo li spinge a rivolgersi al medico. Il Parkinson è spesso legato a sbalzi d’umore e irritabilità imprevedibile. E’ la malattia stessa che causa questi effetti, che si aggravano quando la persona si accorge di non riuscire più a muoversi come faceva prima. Non è raro che arrivino anche degli stati depressivi, che portano la persona anziana ad isolarsi e a rifiutare l’aiuto di cui ha bisogno. Ecco perché è importante rivolgersi a un operatore d’aiuto professionale, che sappia come gestire questa sintomatologia e sia in grado di farsi accettare dall’anziano. Purtroppo capita spesso che un malato di Parkinson non sia sempre consapevole del proprio stato, e rifiuti e le badanti; rivolgersi a professionisti di questo campo diventa indispensabile per mettere in atto le strategie migliori per il benessere della persona fragile.